DARIA MACCHI I

Finalmente il Parco Urbano a Molin Bianco

Cara, solare, preziosissima Daria,
parola mia, Ti adoro.

Adoro la Tua sublime semplicità, i Tuoi genuini sdegni, le Tue appassionate speranze.
Ma soprattutto, adoro la Tua dolce, pulita, intelligente ingenuità.

Se tutti gli elettori votassero e si impegnassero alla vita cittadina con la Tua integrità, governare Arezzo sarebbe più facile, perché più facile sarebbe per chi governa “render di conto” ai propri elettori.

Ogni richiesta una risposta, ogni risposta un’azione. Il Buon Governo di Simone Martini.

Ma la realtà, Daria, è peggiore di quella della moglie che, dopo decenni di appassionato e meraviglioso matrimonio, scopre che il proprio adorato marito le faceva le corna fin dall’inizio, deridendola e disprezzandola.

E questo a cominciare dal giorno delle Elezioni: l’elettore medio, a parte qualche magnifica eccezione come la Tua, vota o per stanca e poco interessata abitudine o – ancora peggio – con il portafoglio in mano. Sia a destra che a sinistra.

Per questo, cara Daria, io Ti adoro. Mi hai fatto venir voglia di rileggermi i risultati elettorali dal sito del Comune. E riscopro, con grande amarezza, i seguenti dati:

Ad Arezzo hanno più diritto di voto le donne degli uomini, con una differenza di ben 4.127 elettrici in più. Ma a votare, invece le donne sono in più di sole 1.606 unità, segno che più di due terzi si sono perse per strada. Ti dice nulla questo? A me parecchio…

L’insieme dei voti della c.d. “Sinistra Radicale” fanno 6.294, contro i 26.998 dei “Moderati”. In pratica è radicale meno di un elettore di sinistra su 4. Eppure Nicotra, Marco Tulli ed amici si comportano come padroni della propria maggioranza. Una minoranza che, attraverso i giochi di politica, arriva a controllare un intera città, un po’ come Tronchetti Provera controllava Telecom con meno dell’1%.

I voti dati a Fanfani superano la somma di quelli dati ai partiti che lo hanno candidato, di ben 3.472 voti. Se pensi che Rifondazione Comunista ha preso 3.989 voti, abbiamo che gli elettori “irregolari”, non politicizzati, che hanno dato il proprio voto a Fanfani Uomo e non a Fanfani Politico, contano quanto il maggior partito della sinistra radicale ad Arezzo. Che peso hanno questi elettori ? Zero.

Si dice che la Democrazia si basa sui numeri. Con amarezza devo constatare che ciò non è mai vero. Specie quando c’è di mezzo l’Urbanistica, ove il denaro annerisce anche i parchi più verdi.

Cara Daria, io Ti adoro. Mi hai fatto rivenire in mente la prima volta che venne fuori Molin Bianco come Parco Pubblico.

Non fu un’idea di Fanfani. E nemmeno di Lucherini. Fu di un eccentrico signore fuori dalle regole e dagli schemi, conosciuto in tutto il mondo per la sua genialità. Si chiama Calthorpe, l’architetto che ama costruire copiando l’ambiente naturale. Lucherini lo chiamò e lui venne. Ma quando arrivò, ancor prima di vedere un solo progetto, un solo foglio, pretese di fare un giro completo, durato ore, per “vedere” Arezzo. E, tappa per tappa, con il suo lapis, Calthorpe faceva schizzi. Così nacque il Parco di Molin Bianco.

Cara, solare, preziosissima Daria, parola mia, Ti adoro: mi hai fatto rivivere, anche se per un istante, il candore dei bambini.

Ma poi mi fermo e penso: Arezzo ha due straordinari personaggi, che tutti ci invidiano: Lucherini e Fanfani. Gigi Lucherini è stato tradito e affossato dai suoi stessi alleati, forse intimiditi dalla sua personalità schiacciante o invidiosi della sua disinteressata lungimiranza. Ove gli assessori si scannavano per rimpinguare il proprio PEG, Lucherini prendeva accordi all’estero per milioni di euro. Ove Lucherini progettava, girava, parlava con la gente – e la sinistra apprezzava – piccoli indiani lavoravano nell’ombra chiedendo tangenti di 2 mila euro e con tanto di ricevuta. La Variantopoli degli Straccioni.

Giuseppe Fanfani ha cominciato alla grande, rivendicando per sé l’Urbanistica, mossa da scacco matto ma pericolosissima: le avvisaglie si vedono (e sono come cannonate) proprio nell’articolo sulla CAT che Tu, dolce Daria, lontana da ogni ipocrisia, candidamente riporti.

Ebbene sì, dolce Daria. Così come abbiamo fatto fuori Lucherini, con la nostra avidità ed insipienza faremo fuori Fanfani.

A Te, te lo auguro, forse rimarrà il Parco del Molin Bianco, e potrai portarci bambini e cagnolini.

A Noi, che attendiamo da anni un modo diverso di far politica, rimarrà solo il rimpianto della Verginità Perduta.

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